martedì 1 gennaio 2019

L'INNOVAZIONE IN MEDICINA: COME SI ALLUNGA LA VITA IN SALUTE?

Dott. Marcello Coppa - CEO di  Coppa + Landini
Domani, giovedì 18 maggio alle 19, nella Sala Arena del Polihub in Via Durando 39 a Milano si terrà l'evento "Explore Talks on Healthcare". Il tema è: "l'innovazione applicata alla salute umana, tra algoritmi matematici, big data e le nuove frontiere della medicina predittiva e della precision medicine".
Vista l'importanza dell'innovazione nell'ambito della salute, Gravità Zero ha posto qualche quesito al Dott. Marcello Coppa, CEO di Coppa + Landini, società di consulenza per l'innovazione. Sarà proprio il Dott. Coppa, domani, ad introdurre l'evento.

1) La pseudoscienza in medicina oggi è molto diffusa. La gente crede fermamente a cose che non stanno ne' in cielo ne' in terra, come si usa dire. Come si può comunicare l'innovazione in medicina in modo scientificamente rigoroso, ma anche divulgativo?

Ciò che può essere immesso sul mercato nell'ambito della salute è regolamentato da diversi organismi nazionali e sovranazionali: per poter essere applicata sull'uomo una soluzione deve percorrere un iter ben definito, che richiede anni di sperimentazione e test a diversi livelli. Ciò ha diverse implicazioni: innanzitutto esistono diverse tipologie di rimedi e solo alcuni sono effettivamente dei farmaci. Altri non lo sono, sono trattamenti cosmetici, integratori, … non farmaci.

Per quanto riguarda la pratica medica c’è anche il giudizio della comunità scientifica che “accetta”  o meno determinati approcci. Questo è un primo discrimine: esiste una versione “ufficiale” dell’innovazione significativa, ma spesso i media cavalcano le pseudoscienze per qualche click. 
Quindi la buona comunicazione è innanzi tutto un problema etico. Poi, c’è anche un tema di competenze scientifiche di chi comunica. Spesso le scoperte o le innovazioni in campo medico vengono comunicate un po’ superficialmente come “cure”. Il fatto è che sono ancora molto lontane dal diventare cure, perché dovranno superare proprio quell'iter che le istituzioni che governano la salute pubblica richiedono.

2) La durata della vita si allunga e questo è un successo in medicina. Ma alcuni pazienti dicono che - soprattutto in certe condizioni - non vale la pena vivere. Esistono innovazioni che miglioreranno la qualità della vita delle persone molto anziane? 
Rispetto al tema degli anziani, sta emergendo il concetto di silver economy, cioè di un comparto dell’economia composto da prodotti e servizi dedicati alle persone anziane. Sul tema della non autosufficienza, credo che l’innovazione medica debba andare di pari passo con l’innovazione sociale. La salute non è soltanto assenza di patologia, ma benessere complessivo. La componente di socialità e di servizi alla persona è quindi fondamentale.

3) La medicina sarà in grado di dirci in anticipo esattamente quanto vivremo? Se è vero che siamo "guidati" da geni ed ambiente in un'interazione piuttosto complessa, quali innovazioni dobbiamo aspettarci in questo campo?


Più che quanto vivremo, che probabilità avremo di sviluppare determinate patologie. Questo è già possibile. Ma la genetica non ha un valore soltanto predittivo. L’innovazione più significativa in questo campo è la possibilità di intervenire a modificare il genoma per correggerne gli “errori”, come ad esempio attraverso la tecnologia di editing chiamata CRISPR/CAS9. Ciò ha implicazioni straordinarie dal punto di vista dell’allungamento della vita in salute (healthy longevity), ma anche diversi risvolti etici rispetto a cosa è da considerarsi “errore”. Sarebbe più corretto infatti parlare di mutazioni, cosa che naturalmente accade, e del fatto che esistano anche mutazioni positive. In silicon valley e negli ecosistemi più avanzati del mondo gli investimenti si stanno orientando dal software all’healthcare. L’afflusso di capitali contribuirà ad accelerare l’innovazione in questo ambito.
Grazie Dott. Coppa e buon lavoro.

Walter Caputo Science writer e redattore scientifico per Gravità Zero Cofondatore del blog "Cibo al microscopio"

L'articolo è tratto dalla testata scientifica Gravità Zero 

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