mercoledì 11 marzo 2009

È GIUSTO CHE UN MEDICO DENUNCI UN CLANDESTINO BISOGNOSO DI CURE?


Secondo un recente emendamento varato dal Senato, i medici saranno obbligati a denunciare i clandestini all'autorità di polizia. Il presidente della federazione degli ordini dei medici Amedeo Bianco parla di "norma che va contro l'etica e la deontologia e che si potrebbe rivelare un boomerang sul piano della salute pubblica"

L'emendamento, che ha fatto molto discutere, sopprime il comma 5 dell'articolo 35 del decreto legislativo del 25 luglio 1998, n. 286, ossia il Testo unico di disciplina dell'immigrazione che già recitava:
"L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano"

Una prima riflessione è che la norma possa avere riflessi gravissimi sia sulla salute pubblica di ogni cittadino italiano, sia sugli strati più deboli della popolazione, tra cui le donne immigrate.

Il calo di clandestini presso i Pronto Soccorso fa presagire, infatti, la possibilità che questi non ricorrano a cure in casi patologici gravi, con pericolo per se stessi e per la diffusione di malattie contagiose potenzialmente pericolose per tutti gli italiani (i clandestini potrebbero diffondere anche malattie endemiche nei loro paesi come la tubercolosi).
«Se queste persone, quando hanno la Tbc, non si facessero curare – spiega Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia del Policlinico Gemelli di Roma - potrebbero diffondere la malattia, che si trasmette per via respiratoria».
Inoltre le giovani donne in procinto di partorire e/o bisognose di cure ricorreranno sempre più a cure clandestine, con pericolo per la propria salute e quella del bambino. Una proposta di legge che, oltre a contraddire gli insegnamenti e il giuramento di Ippocrate, padre della medicina occidentale, potremmo dire che va anche contro il principio fondamentale della Croce Rossa.

Abbiamo girato la parola al Prof. Andrea Vania specialista in Pediatria dal 1986, ricercatore Confermato in Clinica Pediatrica presso l'Università di Roma "La Sapienza", Esperto del Ministero della salute per il Programma di ECM.

"Il provvedimento sicurezza che in questi giorni il governo si appresta a varare, se otterrà il consenso della camera (quello del senato lo ha già avuto), ci mette, come medici, in una posizione non solo scomodissima, ma - a mio modo di vedere - totalmente inaccettabile.

Inaccettabile dal punto di vista etico-professionale: il giuramento d'Ippocrate è molto preciso in questo senso,

"Ἃ δ' ἂν ἐν θεραπείῃ ἢ ἴδω, ἢ ἀκούσω, ἢ καὶ ἄνευ θεραπηίης κατὰ βίον ἀνθρώπων, ἃ μὴ χρή ποτε ἐκλαλέεσθαι ἔξω, σιγήσομαι, ἄῤῥητα ἡγεύμενος εἶναι τὰ τοιαῦτα."

ovvero

"Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto queste stesse cose.".

Inaccettabile per il principio del "primum non nocere"!

Inaccettabile per chi è un cristiano credente: se la carità cristiana non fosse un principio sufficientemente forte, credo che la parabola del buon samaritano sia un esempio estremamente efficace di come ci si comporta nell'assistenza verso gli sconosciuti, ovvero senza chiedere chi siano o da dove vengano, ma solo agendo nel loro interesse e per salvaguardare il loro benessere.

Inaccettabile dal punto di vista civico: si chiede a noi medici di compiere funzioni di polizia, o quanto meno di delazione ...ma questo è in linea con l'aver chiesto (beh... "chiesto" tra virgolette, poiché di obbligo e di ordini si è trattato!) ai militari di compiere funzioni di polizia, e poi di operatori ecologici, e poi chissà di cos'altro ancora.

Gli ordini professionali medici e molte società scientifiche delle singole specializzazioni e sub-specializzazioni per fortuna si sono sollevate contro l'ipotesi di questo provvedimento, e questo è un bene.

E' un bene anche che i singoli medici, o singoli ospedali, abbiano pensato e provveduto ad apporre bene in vista cartelli che assicurano che i medici e gli operatori sanitari di una certa struttura si sono presi l'impegno di non denunciare nessun clandestino.

Ma ciò che è male, ciò che resta male, in questa società estremamente mediatica, è la notizia stessa, anzi l'ipotesi della notizia: è di qualche giorno fa la notizia (Adnkronos) che gli accessi di extracomunitari agli ospedali ed ambulatori pubblici è già calata di percentuali variabili dal 15% fino anche al 50%!! Magari si può pensare: meglio, significa che veniva un sacco di gente perdigiorno, e solo perché aveva assistenza gratuita.

Può anche darsi che sia così, ma ciò non sposta di una virgola il problema di fondo: grazie anche a quest'assistenza gratuita tantissimi casi di malattie trasmissibili e potenzialmente gravi anche per noi sono stati prevenuti, o riconosciuti e curati in tempo, o almeno contenuti e circoscritti. cosa succederà ora, se chi sta male non verrà a farsi vedere, solo per la paura di essere denunciato?

Perché questo è il punto cruciale: quando si toccano i diritti fondamentali degli "altri", senza accorgersene si danneggiano i diritti fondamentali "propri".

Pensiamoci!"

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