sabato 7 febbraio 2009

L'EPIDEMIA DI INFLUENZA 2008-2009



L'influenza è la principale malattia infettiva dell'apparato respiratorio. E’ provocata da virus in grado di diffondersi rapidamente attraverso le microscopiche goccioline di saliva emesse con starnuti e tosse. I virus influenzali vengono classificati in tre diversi tipi (A, B e C) ed in vari sottotipi, sulla base delle caratteristiche degli antigeni di superficie, denominati emoagglutinina (H) e neuroaminidasi (N). Il tipo C è alquanto raro per cui le epidemie influenzali sono provocate prevalentemente dai tipi A e B.

Una delle caratteristiche dei virus influenzali è quella di andare incontro, di anno in anno e da regione a regione, a mutazioni, responsabili della gravità e della dimensione di ogni singola epidemia.

Le mutazioni minori o secondarie degli antigeni di superficie H e N si manifestano ogni 2-3 anni per cui, per la presenza nella popolazione di una parziale difesa immunitaria dovuta alla malattia contratta negli anni precedenti, si verificano epidemie più limitate e lievi.
Importanti mutazioni strutturali degli antigeni di superficie H e N si verificano invece ogni 10-20 anni e danno origine, per la mancanza di una adeguata protezione immunitaria nella popolazione, a delle vere e proprie pandemie, con una morbosità che arriva al 50% nella popolazione generale, e fino all'80% nelle comunità chiuse.

I virus influenzali sono in grado di diffondersi rapidamente attraverso i continenti, per cui possono dare origine a vere proprie pandemie più o meno gravi e ad insorgenza di solito improvvisa, che si manifestano nell'Emisfero Nord fra Settembre e Marzo e nell'Emisfero Sud da Giugno a Settembre. Il ciclo epidemico dura di solito 8-10 settimane

Il WHO calcola che ogni anno oltre 500 milioni di persone, pari a circa 8-10% della popolazione mondiale si ammala con un quadro clinico caratterizzato da: febbre, tosse, cefalea, mal di gola, rinite, dolori osteo-articolari e muscolari, astenia.

Nel febbraio 2008 è stato ipotizzato che l’influenza 2008-2009 sarebbe stata una “influenza australiana” cioè una epidemia determinata da uno di due virus isolati a Brisbane in Australia o da uno isolato in Florida. Per tale motivo il vaccino di quest’anno contiene i due ceppi provenienti da Brisbane, in Australia e uno dalla Florida e sono rispettivamente i ceppi virali A/Brisbane (H1N1), A/Brisbane (H3N2) e B/Florida.

A metà Novembre 2008 sono stati isolati i primi virus influenzali che, come da previsioni, corrispondono tutti al ceppo australiano H3N2/A/Brisbane inserito nel vaccino.
Il virus dell’influenza “Australiana” è un virus alquanto pericoloso in quanto è un ceppo nuovo e quindi ad alta e veloce diffusione. Per tale motivo in Europa potrebbe ammalarsi il 25% della popolazione ma per i vaccinati i vantaggi preventivi saranno evidenti in quanto vi è una concordanza antigenica tra il vaccino e i ceppo virale circolante.

Indicazioni alla vaccinazione
Secondo la circolare 2008/2009 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, il vaccino anti influenzale somministrato da metà Ottobre a fine Dicembre, è indicato per la protezione di tutti i soggetti che non abbiano specifiche controindicazioni alla sua somministrazione.

L'offerta attiva e gratuita della vaccinazione, è prioritaria per i soggetti di età pari o superiore a 65 anni, per i bambini di età superiore a 6 mesi e ragazzi e adulti affetti da: malattie croniche dell’apparato respiratorio (malattia asmatica, displasia broncopolmonare, fibrosi cistica), cardio-circolatorio (cardiopatie congenite e acquisite), malattie renali con insufficienza renale; diabete mellito e altre malattie metaboliche; malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; diabete e altre malattie dismetaboliche; sindromi da malassorbimento intestinale; malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o HIV; patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici; bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di sindrome di Reye in corso di sindrome influenzale; bambini pretermine di basso peso alla nascita, dopo il compimento del 6° mese di vita.

La raccomandazione va estesa ovviamente anche ai familiari di bambini a rischio di ammalarsi e, in particolare, va estesa agli anziani. E' inoltre indicato per le donne che all'inizio della stagione influenzale si trovino al secondo e terzo trimestre di gravidanza, per ricoverati presso strutture per lungodegenti, per medici e personale sanitario, familiari e contatti di soggetti ad alto rischio, soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo, personale a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (allevatori, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori e vaccinatori, veterinari pubblici e libero-professionisti). Non vi sono invece indicazioni per una vaccinazione di massa di tutti i soggetti in età evolutiva. La circolare raccomanda di non somministrare il vaccino a lattanti al di sotto dei sei mesi e a soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico ad una precedente vaccinazione o ad uno dei suoi componenti.

Va inoltre rilevato che il bambino ha un ruolo centrale nella diffusione del virus; ogni anno, infatti, il picco epidemico nella popolazione in età scolare precede di circa 15 gg. quello della popolazione generale e che la trasmissione aerea rapida del virus, attraverso le secrezioni respiratorie, è facilitata dalla promiscuità prolungata e dagli ambienti ristretti come le aule scolastiche

Efficacia della vaccinazione
Il vaccino antinfluenzale offre una protezione esclusivamente nei confronti dei virus dell’influenza e non contro altri virus o batteri responsabili di malattie respiratorie con sintomi simili all’influenza.

Generalmente la vaccinazione conferisce immunità nel 75% circa dei casi; il rimanente 25% può contrarre l’influenza, ma spesso con sintomi più lievi.

La protezione indotta dal vaccino inizia due settimane dopo l’inoculazione, perdura per sei-otto mesi e porta anche ad una riduzione significativa, fino al 25%, delle giornate lavorative perse, delle ospedalizzazioni, della mortalità del 40% e dei costi per le medicine. Inoltre quando si procede alla vaccinazione contro una specifica malattia se il numero di persone trattate è sufficientemente numeroso si raggiunge l’obiettivo definito “immunità di branco”, cioè la neutralizzazione della malattia infettiva attraverso l’immunizzazione di gran parte dei soggetti che possono contrarla. Proprio in base a questo principio sembra che vaccinando i bambini si può ottenere una certa protezione per gli anziani. Per la breve durata dell’immunità e per il possibile cambiamento dei ceppi in circolazione, è però necessario ripetere la vaccinazione all’inizio di ogni stagione influenzale.

Accanto agli effetti positivi sono segnalati gli effetti collaterali quali arrossamento e gonfiore, della durata di circa 48 ore nella zona di iniezione, lievi reazioni cutanee, febbre, malessere generale, dolori muscolari e articolari più frequenti in soggetti mai vaccinati, in genere dopo 6-12 ore dalla vaccinazione che durano 1-2 giorni.

Per gli allergici alle proteine dell’uovo il vaccino non è sconsigliato perché la quantità di proteine contenute non raggiunge la soglia responsabile della reazione. Anche se non ci sono segnalazioni di reazioni specifiche al vaccino, nel dubbio ricorrere ad un centro di Allergologia Pediatrica attrezzato per eseguire in tutta sicurezza le vaccinazioni anche nei bambini allergici. Come precauzione, è meglio evitare la vaccinazione se il bambino ha la febbre mentre non è controindicata se sono presenti infezioni di lieve entità delle vie respiratorie come raffreddore o mal di gola.

L’Influenza Australiana
Una recente nota dell’Istituto superiore di sanità del 22 gennaio 2009 riporta che sono oltre 1.300.000 gli italiani colpiti dal virus dell'influenza "australiana" dall'inizio dell'epidemia fino ad oggi e cioè 6 casi ogni mille pazienti assistiti, il 36% in più rispetto alla settimana precedente, un notevole aumento rispetto alla settimana precedente.

In particolare, nell'ultima settimana di rilevamento (12-18 gennaio) la rete dei medici sentinella sul territorio nazionale ha registrato un'incidenza di 5,97 casi per mille assistiti, pari a 352.230 colpiti dal virus. I più' vulnerabili risultano ancora i bambini da 0 a 4 anni con un'incidenza di 16,34 casi per mille, seguiti dalla fascia d'età' 5-14 anni (10,62). Meno colpiti gli ultra sessantacinquenni (2,31 casi per mille). Le regioni più interessate dall'epidemia sono quelle del centro-nord, in particolare Marche (10,13 casi per mille), Friuli (8,35), Veneto (7,87), Umbria (7,82), Emilia Romagna (7,81), Lazio (7,25). Durante la terza settimana del 2009 - sottolinea l'Iss - si intensifica l'attività del virus influenzale e la curva epidemica continua la sua ascesa. L'incidenza totale pari a 5,97 casi per mille assistiti è inferiore a quella registrata nella stagione precedente (2007-08) e in quella 1999-2000, ma superiore a quella nelle altre stagioni influenzali (v.Fig.). Analizzando l'andamento delle ultime settimane, la diffusione del virus sarebbe ancora in crescita. Di solito, il massimo si registra tra la quarta e l'ottava settimana, in generale tra l'ultima decade di gennaio e la seconda di febbraio.

L'INFLUENZA SI COMBATTE SUL WEB

Ricordiamo che è possibile partecipare attivamente al progetto Influweb, un sistema di partecipazione volontaria per il monitoraggio dell'influenza in Italia.

Si basa su una piattaforma web interattiva, cui ogni utente può accedere per registrarsi, partecipare attivamente, fornire aggiornamenti su eventuali sintomi influenzali e ottenere informazioni utili sul virus dell'influenza.

Ricordiamo che a Influweb si possono iscrivere non solo i malati, ma è importante che si iscrivano anche le persone sane!
E' infatti importante ai fini statistici monitorare il reale stato di salute delle persone.

Come partecipare? Un clic qui
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